I vecchi e il mare (semicit.)

Schermata 2016-07-19 alle 21.06.56
Una sola è la vacanza che ti rilassa, che ti rimette a nuovo, che ti libera il cervello e ti rigenera: la giornata alla spiaggia della terza età.
Lascio a voi il free WI-FI, il Mojito al passion fruit, gli ombrelloni di paglia, gli ambulanti di bastone per selfie e l’apericena sushi e Campari.
Io metto Luca Carboni e parto fiera con lo smalto sbeccato sull’alluce, la ceretta scaduta da almeno sette giorni, i capelli legati alla miseria e disperazione, il telo mare l’ho scordato ma c’è quel bel lenzuolo di fustagno a fiorellini nel baule della macchina, il pranzo seduti in riva al mare dove siamo gli unici due che non tirano la pensione, il litro di sguazzone.
Ti guardi attorno e li stacchi tutti di almeno quarant’anni.
Va’ che belle gambe che ho.
Un po’ di peli oggi, ma ok.
Vai a fare il bagno spavaldissima, signora lasci che le dia una mano a piantare l’ombrellone, lei invece laggiù, sì dico a lei, si metta qualcosa in testa immediatamente.
Questi si buttano in acqua dopo fritto misto e bianco della casa, questi hanno visto la guerra, tre ore le aspetterai poi te per fare il bagno, io magari tra tre ore sono morto.
Ti metti a prendere il sole e quando hai finito di distribuire consonanti a caso per finire il cruciverba partono le qualificazioni per i regionali di bocce.
Le mogli col kaftano e il gioiello d’ambra, un po’ spiegazzate, colore dei mocassini del marito che legge Camilleri. Guarda, c’è Marta Marzotto, ah, no.
Che bellezza, che felicità.
Oggi sono tornata a lavorare con il 98% di batteria. Come il telefono nei giorni in cui hai finito i giga.
Effetto collaterale, uno, c’è: oggi ho voglia di andare a ballare Gigi Dag.