Follow the leader.

                                                              Schermata 2015-01-09 alle 07.04.56 Quando ero alla scuola materna le maestre scrivevano sulle valutazioni di fine anno che avevo una personalità da leader.
Io però ero un leader illuminato, una paladina della disuguaglianza.
Quando andavamo in cortile a giocare prendevo abbastanza in mano le redini della situazione cercando di organizzare qualche gioco divertente per spostare l’attenzione dalla giostrina altissima da cui tutti dovevamo buttarci come prova di essere ormai un mezzano e non più un piccolo, e questo perché fondamentalmente mi cagavo alquanto in mano dall’alto di quell’affare.
Ad un certo punto dei giochi però subentrava spesso una bambina che ci faceva mettere in fila, ci contava, e alla fine proclamava ogni volta “Siamo in troppi, questa deve andare via”, ed indicava un fagottino con grembiulino rosa e codini.
Questa che se ne doveva andare era sempre la stessa, e io per solidarietà me ne andavo con lei a giocare alle esploratrici catturando insetti che poi facevamo interagire su una specie di loft per insetti che era un tappo di sughero bello spazioso ribattezzato IL COMODONE.
“Ehi! Vai a prendere il comodone che l’ho dimenticato in classe?”
Vedete che despota cuore di panna che ero?
Ai miei compleanni i miei genitori mi hanno sempre spinta ad invitare tutti i compagni di classe, tutti i bambini abitanti del condominio e cugini vari. Anche se eri lo sgorbio più dimenticato da Dio ti arrivava il bigliettino d’invito al mio compleanno. Diciamo che magari di mia iniziativa non è che vi avrei invitati proprio tutti, però una volta arrivati alla terza manche di nascondino diciamo che ci divertivamo in maniera abbastanza paritaria ed eravamo piuttosto integrati, con le solite eccezioni del siediti che sei sudato di qualche genitore supervisore e paranoico.
VIETATO SUDARE.
Comunque, quello che volevo dirvi  è che ho pensato che tutto questo mondo che va a rotoli credo non sia altro che una trasposizione di queste cose qua più in grande.
I politici che dormono in parlamento o che si fanno i cazzi loro sul tablet mentre si discute di come far funzionare ‘sto paese siete voi maledetti che durante le assemblee di classe giocate a carte o uscite in giardino a fumare. Ma dico, ma siete completamente deficienti? Io e l’altro rappresentante di classe stiamo diventando cretini per organizzare la gita di quinta e voi manco avete lo sbattimento di cagarmi cinquanta minuti per decidere insieme le cose? Ma voi vi meritate di andare in gita a Tresigallo, altrochè Parigi.
Ecco, voi che giocate a carte durante l’assemblea siete i Capezzone che disegnano cazzetti su di un blocknotes e le Carfagna che guardano le sfilate di Victoria’s Secret sull’iPad mentre si sta discutendo delle sorti del paese.
Le tasse che sono alte altissime (anche) perchè i furbissimi le evadono? Siete voi che non mettete la quota quando si raccolgono i soldi per i regali di laurea, che c’è sempre lo stronzo che gli tocca metterne di più perchè voi te li porto domani, giuro che te li do e credeghe ai ufo.
I tizi sui barconi che cercano a tutti i costi di sbarcare in qualche modo sulle coste italiane sono i compagni di classe sfigati che nessuno vuole al compleanno. Ma se alla fine dai retta alla mamma e li inviti vedrai che riesci a farle senza problemi le due squadre di pallavolo, e non ti tocca di giocare contro il muro.
Allora vediamo di darci tutti una bella regolata e di iniziare a ragionare come ragionavamo a sei-sette anni che probabilmente le cose inizieranno a funzionare un po’ meglio, razza di egoisti stronzi il pallone è mio e decido io chi ci gioca.
Che quel pallone lì dite che è vostro ma manco ve lo siete comprato, l’avete trovato in giardino e ve lo siete portato nel vostro garage.